Tradizioni e Storia

Sagra degli Scarpinòcc

Parre celebra il suo “prodotto principe” con la più prestigiosa sagra del paese, la “Sagra degli Scarpinòcc” che si svolge nella terza settimana di agosto ininterrottamente dal 1965.

La Sagra era un motivo di ritrovo tra le famiglie del Paese, ma nel tempo si è consolidata fino a diventare il fiore all’occhiello degli eventi non solo di Parre e della Valle Seriana, ma dell’intera Provincia di Bergamo. La festa degli Scarpinòcc è tutta dedicata al tipico piatto di origine parrese, ispirato alle scarpette di panno che le donne del paese cucivano per i propri figli e nipoti, gli “Scarpinòcc”. Sono ravioli di magro a base di pane e formaggio, rigorosamente a forma di scarpa.

Un evento culinario che attira migliaia di persone da tutto il nord Italia, e non solo, e rappresenta per il nostro borgo un momento magico dove villeggianti e valligiani si incontrano e un motivo di orgoglio per tutte le persone impegnate nella realizzazione della festa.

Lampiusa e "Ol costom"

È impossibile stabilire con precisione l’origine del costume di Parre, già in uso a partire alla fine del ‘600. Sembra documentato il suo significato originario devozionale.

Lo storico Bergamasco Antonio Tiraboschi nel 1864 definiva così l’abbigliamento Parrese: “il vestiario si compone di tela, di mezza lana, di nastri e merletti, tutte cose comuni, ma indosso a un Parresco hanno un significato che non hanno indosso ad altri”.

Oggi la tradizione del costume è portata avanti sia dal Gruppo Folcloristico Lampiusa, che dal 1968 ripropone balli tradizionali in Italia e all’estero oltre ad organizzare gemellaggi, festival e la tradizionale “Sagra deI Capù”, sia dall’associazione culturale denominata “Costöm de Par” con varie iniziative.

Pastorizia

Chi non ne ha mai sentito parlare? La vocazione alla pastorizia qui risale per lo meno al XVI secolo e, secondo alcuni documenti, all’inizio del ’700 erano ben 30.000 le pecore di proprietà dei pastori di Parre.

Ogni anno tutte le greggi effettuavano un viaggio memorabile, la transumanza, verso i pascoli della Svizzera, attraverso il famoso “Sènter di Castrù“. Punto tradizionale di partenza era la “fontana dei gran mercati” (i Funtanì di grancc mercàcc) che di trova in val Dossana ed è praticamente una strettissima gola dove le pecore erano costrette a passare una ad una.

Miniere

Anche se si possono ancora rinvenire tracce di “assaggi” al Monte Alino, parlar di miniere a Parre vuol dire soprattutto pensare ai giacimenti di zinco del Monte Trevasco, verso cui si indirizzò l’attenzione di imprenditori italiani e stranieri alla fine dell’Ottocento.

Il Monte Trevasco fa parte di un distretto minerario già conosciuto ai tempi del Medioevo e forse fin dal tempo dei Romani: difatti esistono cunicoli fatti a mano e sono ancora visibili vecchi lavori. L’attività più intensa si è sviluppata negli ultimi decenni dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento; dopo vari tentativi di ripresa l’attività produttiva si è poi inesorabilmente interrotta nel 1981.

Lungo i fianchi del monte sono ancora evidenti gli ingressi di varie gallerie e le discariche del materiale non utilizzabile: i livelli si chiamano Val Galena, Alfa, Torino, Sèrèt, Zan, Benedecc’, Santa Barbara. Insieme con gli impianti in fondo alla Val Dossana, presso Piazza Rossa, con il ponte che collega il versante di Parre con quello di Premolo, queste “presenze” sono oggetto di progetti, in parte eseguiti, in parte ancora da realizzare, per la messa in sicurezza e la valorizzazione di questo patrimonio storico.

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